Il Consiglio Comunale del 5 dicembre ha recepito le raccomandazioni della Consulta delle Cittadine per la revisione dello Statuto comunale.

“ il Comune di Venezia assicura condizioni di pari opportunità tra donne e uomini, anche promuovendo la presenza
paritaria di entrambi i sessi nella Giunta, negli organi collegiali, nonché nei consigli di amministrazione e nei collegi sindacali degli Enti, delle Aziende, della Fondazioni, delle IPAB e delle Istituzioni da esso dipendenti, e si impegna affinchè tali principi vengano inseriti anche negli statuti delle società, ed enti partecipati.”

Ecco l’articolo pubblicato oggi da “La Nuova Venezia”  : statuto comune più rosa

è convocata l’assemblea della Consulta
martedì 29 novembre dalle 17.30 alle 19.30
nella sede Municipale di via Palazzo – Mestre
con il seguente ordine del giorno:
– gruppi di lavoro: analisi attività, criticità e progetti futuri
– confronto sul percorso avviato
– programmazione lavori 2012
– proposte presentate per budget 2011
– varie ed eventuali
Considerato l’ampio anticipo della comunicazione vi attendo numerose

Ringrazio l’attenzione e la sensibilità del Signor Sindaco che ha voluto essere presente all’insediamento della nuova Consulta insieme all’Assessora Carla Rey e alla Consigliera Camilla Seibezzi, ma ringrazio soprattutto l’Assessora Tiziana Agostini per la chiara ed appassionata esposizione.

Grazie a Maria Teresa Sega che ha proposto la mia persona e alle amiche che mi hanno sostenuta come presidente di questa nuova e numerosa Consulta. Le ringrazio per due ragioni: la prima è la fiducia che mi accordano proponendomi in un momento di cambiamento come quello attuale, sicuramente complesso per il grande e variegato numero delle presenze ma forse per questo stesso motivo interessante, la seconda è il lavoro che abbiamo fatto insieme in questi anni, attraverso un confronto costante, a volte faticoso ma sempre ricco di spunti e riflessioni.

La motivazione che sostiene l’impegno di tutte noi che siamo qui, credo provenga dalla consapevolezza della forza e dell’autorevolezza femminile, di quanto le donne abbiano costruito, condiviso e dato a questa città in idee, in lavoro organizzativo e in pratiche politiche; tuttavia, se guardiamo allo stato dei rapporti di genere di questa Amministrazione siamo decisamente lontane dal poter essere soddisfatte. Le donne in Consiglio Comunale sono solo 3, le assessore solo 2, 21 le Consigliere di Municipalità e non voglio pensare a quante poche donne facciano parte dei Consigli di Amministrazione di Enti, Società partecipate e IPAB.

In questi ultimi anni la crisi economica ha colpito e colpisce con particolare forza le donne nelle loro esistenze concrete, modificando e rendendo più aspri i rapporti sociali e le relazioni di genere, mentre la rappresentazione mediatica insiste sempre più in una costante mercificazione del corpo femminile come cifra della nuova cultura politica. Nella crisi molte delle nostre conquiste e dei nostri diritti sono messi in pericolo e si intravede la possibilità di una riconfigurazione dello spazio pubblico e del rapporto tra spazio pubblico e spazio privato, dove la asimmetria di potere tra i sessi è ancora più marcata e sempre più acuto e’ il senso di non essere rappresentate.

Credo che la Consulta, riprendendo quanto diceva nella sua relazione Franca Marcomin, poiché organismo di governance, debba ribadire nel suo “fare” le potenzialità e il rispetto delle differenze di genere per ridefinire il concetto di cittadinanza nella realizzazione di una democrazia effettiva; credo debba proporre all’Amministrazione la necessità di percorsi partecipativi in grado di dare una lettura di sviluppo secondo un’ottica di genere, fondamentale per una reale rappresentanza delle donne, perché ritengo sia ancor più importante, proprio alla luce della crisi della politica, esplorare e praticare nuove forme di democrazia che ci restituiscano sovranità.

Penso quindi alla Consulta come ad uno spazio di ricerca e di elaborazione ma anche di indignazione e di denuncia: la forza delle donne sta anche nel coraggio della denuncia.

Ritengo quindi positivo poter continuare a lavorare per gruppi sul fronte della rappresentanza femminile così come nel dialogo interculturale e nella valorizzazione delle donne, e contemporaneamente aprire la Consulta alla partecipazione di donne singole impegnate, di gruppi attivi non configurati come associazioni e di gruppi misti con percorsi di donne significativi al loro interno.

Penso anch’io che la nostra situazione, in quanto donne non elette e quindi fuori dai meccanismi di delega, sia una condizione privilegiata, che la Consulta possa essere davvero un luogo di sperimentazione, penso anche ognuna di noi e tutte insieme possiamo avere un ruolo dirigenziale, ben distinto da quello maschile, che va interpretato nella sua essenzialità, cioè quella di dirigere verso le altre un pensiero e un’intenzione che apra la strada ed il terreno per la condivisione, per una proposta comune che divenga più alta della singola verità di ognuna.

La Consulta, quindi, come luogo della partecipazione e del protagonismo delle donne; donne diverse per storia personale e politica, per competenze e interessi, per la molteplicità delle appartenenze che ci attraversano, differenze dalle quali può nascere invenzione, polifonia e interazione che consentono un reciproco apprendimento.

Una Consulta che permetta il generarsi di un percorso collettivo e l’elaborazione di un quadro di valori condivisi tale da permetterci anche di affrontare le eventuali questioni di disaccordo in un clima di collaborazione di fondo e di fiducia reciproca.

Altri obiettivi, oltre a quelli che Franca Marcomin ha evidenziato nella relazione di fine mandato e che sappiamo essere il frutto della ricerca effettuata qualche mese fa e provenire quindi dalle voci delle donne interpellate, si definiranno nel percorso i cui esiti sono aperti, perché aperti devono essere i processi partecipativi

I processi partecipativi hanno lo scopo di promuovere cittadinanza attiva ed incidere nelle scelte delle politiche urbane e locali coinvolgendo la città, le donne e anche gli uomini di questa città nel riflettere sul presente e sul futuro. La Consulta dovrà essere in grado di ascoltare le voci provenienti dall’insieme della società, raccogliendo e dando forma alla domanda sociale, senza perdere di vista la molteplicità dei percorsi e delle forme dell’espressione pubblica delle donne per renderli stabili, visibili e udibili.

Dovremo fare lo sforzo di elaborare proposte concrete dalle quali dovrà uscire una soggettività politica delle donne, anche in forma di desiderio, insieme ad un nuovo rapporto positivo tra donne dentro e fuori le istituzioni ancora oggi troppo debole.

È vero che è difficile per le donne fuori delle istituzioni rapportarsi con le donne dentro alle istituzioni ma è vero anche il contrario: credo occorra un nuovo patto fondativo tra le donne.

Dovremo in sostanza assumerci il compito, per quanto ci sarà possibile, di lavorare attraverso due azioni chiave: quella del mainstreaming verificando e inserendo la prospettiva di genere nei processi politici e amministrativi e quella dell’empowerment rafforzando il peso delle donne attraverso la partecipazione ai meccanismi decisionali.

E’ su questo che vi chiedo di lavorare insieme e vi ringrazio per la fiducia che mi avete manifestata.

Maria Teresa Menotto

Un ringraziamento al Sindaco e in particolare all’Assessora Agostini per la disponibilità dimostrata con le loro importanti parole alla Consulta delle Cittadine.

Porto un saluto mio, Presidente uscente, delle Vicepresidenti Maria Sangiuliano dell’Associazione Lidra-Tecnopolis e Tamara Podznyakova, dell’Associazione Ucraina più, dell’Ufficio di Presidenza, del quale fanno parte le responsabili dei gruppi di lavoro, Mara Bianca e Marina Scalori (Rapporto con le Istituzioni e Bilancio di genere), Laura Guadagnin (Cultura/culture) e Maria Teresa Menotto (Salute e  nuove cittadine straniere).

La Consulta è stata istituita nel ’96, su proposta delle Consigliere Comunali come strumento delle donne della città per contribuire al suo governo e per trasformare e rendere meno neutri e meno connotati al maschile i luoghi delle istituzioni a fronte di una scarsa presenza femminile nell’Amministrazione. Nella precedente legislatura avevamo 4 Assessore, una Delegata del Sindaco per la Cittadinanza delle donne e 3 Consigliere Comunali, in questa 2 Assessore e tre Consigliere Comunali. Purtroppo non ho i dati del numero di donne elette nelle Municipalità

Il primo insediamento è avvenuto nel ’98, i successivi rinnovi nel 2003 e nel 2006.

La Consulta è un organismo di governance, cioè di ponte tra società civile e istituzioni, e non è paragonabile  agli organismo di pari opportunità previsti dalla Legge 125/91, perché  le sue componenti  non vengono nominate dai partiti tramite il Consiglio Comunale. E’ invece composta dalle rappresentanti di tutte le Associazione di donne della città che ne fanno richiesta, dalle Assessore, dalle Consigliere Comunali e di Municipalità, da donne dei Sindacati e delle Associazioni di Categoria, e possono partecipare tutte le da donne che vogliono dare il loro contributo. E in questi anni la logica dei partiti non è stata determinante nelle nostre scelte e nei nostri incontri. Ne hanno fatto parte donne di Associazioni miste, ma questo non è ancora regolamentato nel nostro statuto.

La Consulta ha gestito negli anni un budget di 5000 euro l’anno, poi ridotto negli ultimi a 3000 euro. Le donne che vi partecipano esplicano una presenza politica di puro volontariato, come le associazioni che ne fanno parte, e questo ci ha dispensato dalla pratica di quelle dinamiche che sono tipiche di istituzioni strutturate e rigide, ma spesso ci ha fatto fare fatiche enormi. Ci siamo molto interrogate sull’efficacia delle nostre azioni e sul senso di continuare questa impresa e nel 2005 abbiamo presentato al Sindaco una serie di richieste per il buon funzionamento tra cui la modifica del nostro regolamento che prevedesse maggiori strumenti di lavoro, quali una segreteria, dei permessi dal lavoro, dei gettoni di presenza e la possibilità di pareri vincolanti sulle questioni di nostra competenza. Ma non sono stati concessi.

Abbiamo lavorato in particolare su alcuni temi per noi prioritari e gli obiettivi che ci siamo date si raccolgono attorno a cinque aree di priorità.

Aumentare la visibilità della Consulta in città

  • Abbiamo costruito il nostro logo, il sito nelle pagine web del Comune, un blog interattivo, due brochure informative sul ruolo e sui compiti della Consulta, un recente depliant con alcune proposte per la nuova Amministrazione emerse da un nostro questionario, uno spazio web nella Mostra Mestre 900, con la nostra storia fino al 2000.

Influenzare l’amministrazione comunale con modalità e contenuti che elaboriamo come donne:

  • il Bilancio di Genere: abbiamo proposto all’Amministrazione di costruire un’analisi delle spese e delle entrate del bilancio comunale pubblico con riferimento alla diversità di effetti che queste hanno per le donne e per gli uomini. Attualmente il Comune non lo applica e non ha avviato nemmeno una sperimentazione su un settore come avevamo proposto.
  • Nel 2005 ad un incontro sulle proposte per il buongoverno abbiamo presentato e diffuso alcuni documenti di analisi politica e proposte che fornivano indicazioni per una lettura dal punto di vista delle donne delle diverse politiche: sulla sanità, sulla scuola, sulla residenza, sulla promozione del diritto ad un lavoro stabile ed un reddito dignitoso, sull’ambiente e il caro-vita, sulla città multiculturale e altro.
  • Negli anni abbiamo percorso varie modalità per dare contributi al governo della città, quali l’essere presenti nelle Commissioni Consiliari. Ma le modalità di lavoro delle Commissioni sono adeguate all’impegno di Consiglieri Comunali che usufruiscono di permessi di lavoro, di aspettativa e di gettoni di presenza.
  • Una modifica al nostro statuto ha permesso di formulare raccomandazioni alla Giunta, al Consiglio Comunale e agli organi delle Municipalità per un orientamento gender sensitive delle decisioni di politica di bilancio e allocazione delle risorse, prevedendo incontri periodici con gli organi politici al fine di monitorare lo stato di attuazione delle suddette. Questo nuovo mandato è stato una modalità che abbiamo perseguito per riuscire ad essere più efficaci, ma la carenza di una segreteria e di una sede funzionale non ci ha aiutato.
  • Abbiamo lavorato a stretto contatto con le poche donne elette nell’Amministrazione, le Assessore e le Consigliere Comunali: siamo riuscite purtroppo ad interagire molto poco con le Consigliere di Municipalità. Questo è da interrogare per il futuro perché molto probabilmente  proprio la relazione che si può e si dovrebbe creare in Consulta tra società civile delle donne e donne elette è significativa proprio per l’obiettivo di influenzare le scelte politiche per la città specialmente a livello decentrato.
  • Siamo intervenute sul futuro del Centro Donna, organizzando due convegni nel 2004.
  • Abbiamo tenuto un seminario sulla sicurezza nel 2009 “Senza paura: una città da vivere.
    Esperienze e nuove pratiche”
  • Abbiamo pubblicato nel 2009 un quaderno del gruppo di lavoro “Geografia di genere. Geografia di città” dal titolo “Desiderio di città. Percorsi di donne sull’abitare”, con proposte per rendere autorevoli i saperi delle donne sull’abitare intrecciandoli con l’elaborazione collettiva del sapere sessuato sulla città frutto dell’elaborazione teorica e politica prodotta dalle donne sui luoghi, sulla vivibilità e sulla bellezza.
  • Abbiamo prodotto alcune Raccomandazioni al Consiglio Comunale sul tema della rappresentanza di genere nel nuovo regolamento delle Municipalità, sulla 194, sulle straniere badanti, sui Consultori Familiari, sul Piano di Assetto Territoriale.

Rappresentanza

  • L’8 marzo 2005 a Ca’ Farsetti abbiamo invitato tutti i candidati Sindaco all’incontro “Donne per il buon governo. Un impegno per la città”, dove abbiamo presentato le nostre proposte
  • Nel 2005, prima delle elezioni amministrative, abbiamo lanciato un appello per candidare una donna a sindaco di Venezia, e affermato la volontà di sostenere le candidature femminili al fine di aumentare il numero delle donne elette nelle istituzioni.
  • Sempre nel 2005 abbiamo lanciato un appello per favorire una rappresentanza più equilibrata nelle nomine dei Consigli di Amministrazione degli enti e delle società miste a cui il Comune partecipa, ed abbiamo per questo raccolto curricoli di donne con competenze di vario tipo disponibili a candidarsi in questi ruoli.

Dialogo interculturale

  • Abbiamo progettato e realizzato due brochure informative rivolta alle donne immigrate sui servizi comunali e socio-sanitari tradotta in 7 lingue che abbiamo distribuito nei servizi comunali e dell’ULSS.
  • Abbiamo organizzato un Convegno sul dialogo interculturale nel 2005 alla Giudecca, per invitare le associazioni di donne immigrate ad aderire alla Consulta, che ha visto una grande partecipazione di migranti e di un pubblico più ampio, più giovane ed eterogeneo rispetto a quello che solitamente frequenta gli appuntamenti sulle politiche di genere.
  • Abbiamo lanciato l’idea di progetto per una Casa internazionale delle donne a Venezia, con un Centro studi di donne in rete, di collegamento tra realtà femminili impegnate per la pace nei vari paesi del mondo, di dialogo interreligioso, di scambi interculturali, con possibilità di spazi espositivi e di accoglienza. Successivamente è stata assegnata nel 2008 ed inaugurata una sede a Venezia, S. Elena ex convento dei Servi di Maria gestita dall’Associazione Waves, che è il Centro Studi di Donne per la Pace: esso accoglie La 7 Stanza, scuola di poesia presente in Consulta, e collabora con altre associazioni quali Dacia, Adei ecc. Le attività di Waves di tipo multiculturale si sono concentrate sulle culture dell’est in particolare la Moldova di cui accoglie le cittadine in un programma di sostegno (con psicologhe) e culturale realizzando dei corsi di lingua e cultura italiana e romena comparata. Ha realizzato video-reportage dall’est. Per il versante artistico ha organizzato un evento collaterale della Biennale d’arte 2009 “Sant’Elena. La seduzione nel segno”e ha in programma stages ed eventi con artiste di diverse generazioni insieme.
  • Abbiamo creato da tre anni un servizio di informazione sulla salute delle donne straniere, finanziato dall’Assessorato alle politiche sociali del Comune, sui temi della maternità, della contraccezione, della menopausa e della prevenzione, in collaborazione con l’Associazione Matriosca e Soggetto Venezia. Abbiamo intercettato un centinaio di donne grazie alla collaborazione con le mediatrici culturali del Comune, con i corsi di italiano gestiti dall’AUSER, con le case di accoglienza che ospitano le straniere e i loro figli e con il contatto delle Associazioni di donne straniere.

Valorizzazione delle donne nella cultura e nella storia della città

  • Abbiamo finanziato la ricerca, che poi è stata pubblicata nel 2008, di un testo dal titolo “Storia di Venezia città delle donne. Guida ai tempi, luoghi e presenze femminili” edito da Marsilio, che valorizza donne e soggetti collettivi femminili che sono state protagoniste ed hanno segnato la storia della città.
  • Abbiamo portato un contributo in diversi dibattiti ed iniziative sulle politiche delle donne.

Alcune considerazioni sul futuro alla luce dell’esperienza svolta e dei nodi critici incontrati.

Nella nostra esperienza abbiamo constatato come non sia sempre facile impostare relazioni continuative ed efficaci con le istituzioni di riferimento, in particolare l’Assessorato alla Cittadinanza delle donne e il Consiglio Comunale. I rapporti con le Assessore hanno registrato alti e bassi e non è sempre stato semplice, dal nostro punto di vista, far comprendere quanto cruciale sia, per la stessa sopravvivenza della Consulta, la cura e l’attenzione dell’Assessora stessa per l’operatività di questo organismo.

Anche questa prima fase di questa Amministrazione non ha fatto eccezione e purtroppo non c’è stato ancora il tempo per avviare quelle relazioni proficue che comunque la Consulta non può che aspettarsi dalla sua Assessora di riferimento. Va precisato che siamo riuscite  a organizzare con l’Assessora due Assemblee aperte e partecipate, ma è mancata poi quell’auspicabile continuità di rapporto proprio in questa delicata fase conclusiva del mandato. Quello che ci preme sottolineare è che il supporto dell’Assessora può essere decisivo per il decollo nel nuovo mandato. In questi ultimi mesi abbiamo incontrato il neo Presidente del Consiglio Comunale Turetta per capire se il nuovo Consiglio Comunale fosse più permeabile alle nostre richieste di quello precedente, se fosse possibile un reale rapporto tra l’Amministrazione e uno degli organismi di democrazia partecipata come sono le Consulte, e avevamo chiesto di inserirci nel dibattito sul bilancio del Comune e sul PAT. Avendo riscontrato una sua disponibilità, possiamo ipotizzare rapporti più proficui di lavoro tra la nuova Consulta e l’Amministrazione.

Ci sembra che il passaggio nella nuova Consulta non debba disperdere il lavoro svolto in questi anni e contemporaneamente deve arricchirsi di nuova passione e di nuove energie che possono essere tratte dalle tante associazioni che si sono iscritte, anche associazioni miste pur non essendo regolamentate dallo statuto. Questo tra l’altro dovrebbe essere un obiettivo futuro, di lavoro sul regolamento per adeguarlo alla realtà che è andata modificandosi, anche ipotizzando l’inclusione di gruppi attivi nel territorio, non configurati come associazioni, come ad es. Geografia di genere.

Negli ultimi tempi l’Ufficio di Presidenza era composto dalle referenti di gruppi di lavoro, che si erano svuotati nel tempo, mentre altri gruppi hanno assunto un’autonomia dalla Consulta, tipo Geografia di genere. Il lavoro del gruppo Cultura/e ha svolto un lavoro”nel campo” lì dove si poteva sviluppare attraverso Waves e in collegamento con la Consulta stessa. Anche sulla modalità di composizione dell’Ufficio di Presidenza si potrebbe fare un ragionamento. Per tutto questo proponiamo un gruppo di lavoro sulla modifica di regolamento.

Riteniamo che come Consulta non possiamo più permetterci di lavorare su progetti che dovrebbero essere prodotti dall’istituzione e finanziare progetti in proprio, ci è stato infatti criticato l’aver svolto un lavoro simile al Centro Donna, che in parte accettiamo e in parte pensiamo che può restare come modalità ma non caratterizzarci su questo. Il nostro mandato è agire cercando di entrare nei meccanismi dell’Amministrazione e impregnarla di modalità, contenuti e proposte che elaboriamo come donne, lasciando poi che la loro realizzazione concreta proceda indipendentemente dalla nostra azione, che deve essere di stimolo, di orientamento, politica in senso ampio

Nella politica di governo in questa città siamo state poco determinanti nelle scelte deliberative, ma in ciò che è partecipazione della società civile noi siamo un pezzo di società di donne che è entrata nelle istituzioni e le modifica per le cose che fa e produce. Per consolidarla e renderla autorevole ci servono strumenti adeguati di lavoro, ma la Consulta ha lavorato e non può che lavorare mettendoci la passione per la politica in città e pratiche ispirate dal movimento delle donne, nella ricerca non facile e non scontata di modalità di costruzione di percorsi e di soluzione dei conflitti diverse da quelle che regolano la politica ‘tradizionale’ e/o ‘maschile’.

In un organismo di partecipazione come la Consulta delle Cittadine abbiamo tentato di praticare una politica di relazione e non di delega, che diventa trasversale rispetto alle differenze e alle appartenenze: è una condizione ‘privilegiata’ come luogo di sperimentazione poiché siamo fuori da meccanismi di delega, non essendo elette, e non gestiamo molte risorse pertanto i meccanismi di potere che possono attraversarci, assumono forme diverse da quelle  usuali. Si tratta di evitare il rischio che questa condizione potenzialmente trasformativa diventi distacco dalla realtà o autoghettizzazione.

Dobbiamo essere più visibili e più efficaci, e in questi ultimi anni siamo andate nella direzione della visibilità, ma sull’efficacia di governo sicuramente scontiamo una condizione generale delle donne che, pur essendo presenti e importanti in molti luoghi della vita sociale e del lavoro, non sfondano il cosiddetto tetto di cristallo delle istituzioni, come mostra il fatto che neppure con la modifica dell’art. 51 della Costituzione si riesce ad elevare la quota di elette e di donne con responsabilità di governo.

Anche nel dibattito al nostro interno sono state espresse sia la tensione verso la partecipazione nelle istituzioni sia una resistenza verso il modo in cui funzionano, spesso per lotte intestine di potere distanti e incomprensibili alla società civile.

La Consulta negli anni ha visto l’adesione di nuove associazioni, di cui alcune di donne immigrate, e il nuovo scenario rappresenta un modo per allargare la partecipazione e il dialogo, anche con una prospettiva interculturale. Complessivamente è aumentato il numero delle associazioni miste, di donne e uomini: sembra esserci una tendenza, nell’associazionismo misto, a costruire percorsi di donne che ne fanno parte, ed anche questa appare come una realtà che potrebbe mutare in qualche modo l’identità della stessa Consulta delle Cittadine, la cui delibera costitutiva indica che dovrebbe essere costituita solo da associazioni di donne.

Per la prossima tornata ci sembra importante costruire una relazione con le donne elette nelle Municipalità che hanno negli anni partecipato poco alla Consulta, continuare a produrre Raccomandazioni sul governo della città da gestire con le Commissioni Consiliari e con gli/le Assessori/e, trovare nuovi strumenti e nuove modalità per influire sulle scelte di governo.

In questa città, come ha ricordato l’Assessora, c’è una storia forte della politica delle donne: 30 anni di Centro Donna e ora possiamo affermare anche i 13 anni di lavoro della Consulta delle Cittadine, lavoro svolto dalle molte Associazioni e gruppi di donne. Ma i percorsi di istituzionalizzazione della politica delle donne hanno comportato anche delle controindicazioni  che ha visto le donne  convergere solo sul Centro Donna e anche in seguito sulla Consulta come unici canali di comunicazione tra donne e Istituzione. Le voci delle donne hanno trovato risposta ed hanno finito con l’interloquire esclusivamente con queste due realtà. Il nostro Centro Donna è unico in Italia, perchè è nato per la volontà di una forte richiesta del movimento femminista, alla fine degli anni ’70, e di un’Amministrazione che ha risposto dando il luogo e gli strumenti. L’Assessorato e il Centro Donna si sono arricchiti culturalmente e politicamente del lavoro delle donne organizzate, di cui la mostra del trentennale in parte ha dato conto. Noi pensiamo che questo percorso abbia da un lato ammortizzato un lavoro trasversale diretto sull’Amministrazione e dall’altro abbia favorito il divenire del Centro Donna il principale referente politico e interfaccia delle Donne, penalizzando la circolazione dei saperi e l’attraversamento degli altri settori dell’Amministrazione.

La Consulta d’altro canto a volte ha seguito lo stesso esempio, ha cercato di produrre cultura che a nostro avviso è anche fare politica non in competizione con il Centro Donna ma in sinergia, finanziando lavori di gruppi o attività anche singole, che sono state più gratificanti, da un punto di vista del lavoro concreto prodotto. E’ stato un lavoro più fattibile nell’immediato e meno frustrante degli incontri con commissioni, assessori, o del produrre raccomandazioni alle quali, occorre dirlo, non abbiamo mai avuto riscontro da parte del Consiglio Comunale che pure è tenuto a farlo.

In sintesi, guardando al meccanismo della politica delle donne fuori e dentro le Istituzioni come ad un sistema di interdipendenze, di equilibri di forze, pensiamo necessario riconsiderare il posizionamento e le relazioni tra ciascuna di queste realtà con l’obiettivo comune di alzare il livello di impatto e di comunicazione  verso gli altri settori dell’Amministrazione e la cittadinanza femminile tutta.

Per rigenerare e valorizzare lo strumento Consulta avevamo ricavato dai questionari:

– migliorare la comunicazione, pubblicando cioè le attività e quelle dei gruppi di lavoro nel blog e nel sito del Comune, in modo da valorizzare le azioni dei gruppi, delle associazioni che ne fanno parte e anche delle singole partecipanti

– stimolare maggiormente il coinvolgimento e la partecipazione delle donne Amministratrici, delle donne elette e di quelle che operano nei C.d.A. delle aziende partecipate per contribuire al governo della Città attraverso l’apporto di una visione di genere e di elementi che trasformino la politica e creino rinnovati canali di dialogo tra le amministratrici, le elette e le cittadine

-organizzare percorsi di formazione politica in grado di valorizzare saperi e competenze delle donne della Città, anche attraverso lo strumento di una serie di seminari di politica che pensavamo autogestiti (ma anche in collaborazione con l’Assessorato) da tenere in varie sedi, su “Cultura, “Donne e Arte”, “Territorio e Ambiente”, “Salute, immigrazione”.

Un ringraziamento a tutte le donne che hanno lavorato con noi in questi anni ma anche a tutte quelle che hanno contribuito a rendere migliore la nostra città e civiltà.

Un buon lavoro alla  nuova Consulta.

Franca Marcomin e Ufficio di Presidenza della Consulta delle Cittadine

Venezia Sala del Consiglio comunale

Sono presenti 40 rappresentanti di associazioni, di queste 38 aventi diritto al voto, 2 assessore, una consigliera consiliare, e 12 consigliere di Municipalità

Saluto del sindaco Giorgio Orsoni

“Ritengo che il vostro sarà un contributo importante al miglioramento dell’attività dell’Ente perché le donne hanno una visione delle cose differente da quella degli uomini, che viene spesso trascurata. Purtroppo c’è scarsa attenzione da parte del mondo politico, tant’è che la rappresentanza femminile, sia in Giunta che in Consiglio, è esigua. Il mio impegno sarà quello di valorizzare al massimo le vostre proposte e indicazioni, su ogni argomento.”

Saluto assessora Carla Rey

Esprime una valutazione positiva sulla Consulta delle Cittadine e rilevato come questo organismo fortemente voluto dall’Amministrazione comunale potrà contribuire sia a individuare i problemi che  offrire le soluzioni: “perché nella concretezza dell’azione sta la sua forza”.

–          Ore 17.05,  l’assessora Tiziana  Agostini dà inizio all’insediamento della nuova Consulta:

“Diamo inizio alle attività della Consulta rinnovata, questa è la prima e l’ultima volta che la presiedo. Il messaggio che voglio lasciare è l’importanza di fare rete per fare sintesi. Prepariamoci, fra quattro anni, ad avere una rappresentanza adeguata anche in Consiglio comunale, avendo preso atto che oggi sono solo tre le donne elette.  La Consulta, nata nel ’96, si è sviluppata grazie a tanti anni d’impegno e di lavoro. Oggi è una giornata importante, perché ad un anno di vita della nuova amministrazione insediamo la nuova Consulta. Ne approfitto per ringraziare la presidente uscente Franca Marcomin e le vicepresidenti Teresa Menotto e Marina San Giuliano. Chiedo a Franca Marcomin di darvi gli esiti del lavoro, ma prima desidero ricordare che la Consulta è un organismo proprio, con un suo regolamento che promuove la differenza come risorsa strategica per la Città, e il cui mandato coincide con quello del Consiglio comunale, quindi nel 2015 verrà nuovamente rinnovata. Inoltre ha un suo centro di costo specifico, una segretaria di riferimento.

–          Franca Marcomin: Saluti e ringraziamenti (…): “Purtroppo devo rilevare che su molte cose non abbiamo avuto possibilità d’interventi concreti. Ad ogni modo la Consulta si è organizzata in gruppi di lavoro che vi elenco; il gruppo sul rapporto con le istituzioni, rapporto con le donne straniere, cultura e culture, lavoro sul territorio, di genere. Da uno di questi gruppi è nata poi un’esperienza indipendente, che prende il nome di Geografia di Genere. Ogni gruppo ha individuato una referente. La Consulta è stata istituita nel 1996 per colmare il problema della scarsa rappresentanza delle donne nelle istituzioni. Per rendere meno maschili i luoghi delle istituzioni. Rilevo che nella precedente legislatura avevamo 4 assessore, 3 consigliere ed una delegata; ora abbiamo 2 assessore e 3 consigliere comunali. I comitati per le pari opportunità hanno figure elette su nomina dei partiti. Noi invece siamo nominate dalle donne delle associazioni, che rappresentano il territorio e quindi la Consulta è aperta a tutte le donne della Città. In questi anni la logica dei partiti non è mai entrata nella Consulta. Nel bene e nel male. Nella precedente Consulta inoltre c’erano associazioni femminili e non miste, andrà verificato il regolamento, la Consulta infatti è nata per rappresentare le donne. Negli ultimi anni abbiamo avuto un budget di 3mila euro. Noi donne infatti partecipiamo come volontarie e ciò ci ha dispensato da dinamiche sulle quali ci siamo molto interrogate. Nel 2005 abbiamo presentato al sindaco una serie di richieste, tra cui maggiori strumenti di lavoro come una segretaria, pareri vincolanti, ma non ci sono state risposte in tal senso. Oggi viene rinnovata una Consulta che esiste da tredici anni. Nei quali abbiamo fatto diverse cose. Un sito, un blog, due brochure multilingue. Inoltre abbiamo molto lavorato con le donne elette. Creando alcune pubblicazioni ed una carta di rappresentanza, due brochure informali in 7 lingue, riuscendo a creare uno spazio per una Casa internazionale delle Donne a Venezia. Considerato che ne esiste una a Bologna ed una Roma si è trattato di un ottimo risultato. La sede è gestita da un’associazione, Waves, presieduta da Laura Guadagnin. Secondo le uscenti la Consulta dovrebbe fare un lavoro sul regolamento vista la presenza di associazioni miste.”

–          L’assessora Agostini interviene per salutare le consigliere di municipalità presenti, quindi: “Per l’insediamento della nuova Consulta è stato preso un riferimento normativo, quello della legge 125 sull’imprenditoria femminile, che considera femminili appunto quelle associazioni con il 60% di donne socie o anzidetto dove i 2/3 delle presenze nei direttivi siano femminili”.

–          Interviene la consigliera comunale Camilla Seibezzi: “Rilancio la Consulta, prendendomi la responsabilità di portare in Consiglio comunale le proposte di emendamenti della Consulta”.

–          Prende la parola Maria Teresa Sega presidente dell’associazione Donne storiche della Resistenza: “Consiglio di donne un fatto simbolico di donne che mi emoziona, un fatto importante, compiuto, difficile per questi tempi difficili. Un punto di forza. Mi faccio da portavoce per rompere il ghiaccio. C’è stata una consultazione informale di amiche nella quale abbiamo rilevato alcune disponibilità: nell’idea di rinnovare nella continuità propongo Maria Teresa Menotto come presidente in quanto, per caratteristiche personali riconosciute grazie ad una ricca attività di volontariato può rappresentare questo profilo. So che lei, inoltre, sarebbe felice di accettare questo ruolo non facile. Inoltre, per la vicepresidenza propongo Giuliana Giusti, impegnata attualmente nella presidenza del Comitato pari opportunità di Ca’ Foscari. Quindi, Stefania Bragato.

–          Assessora Agostini: “Colgo l’occasione per ricordare che la presidente Franca Marcomin non può essere rinnovata per ragioni legate al regolamento  e quindi per ringraziarla per il lavoro svolto e per chiederle di continuare comunque a dare il suo prezioso contributo all’interno della Consulta”.

–          Maria Teresa Menotto: “Ringrazio per la fiducia accordatami e ricordo il lavoro fatto insieme in questi anni: io non sono né una politica né un intellettuale, credo nelle relazioni. Le mie qualità sono la pazienza e l’arte della mediazione.

–          Giuliana Giusti, Comitato Pari Opportunità Ca’ Foscari: “Io non ho mai fatto politica attivamente, sono una linguista e lavoro sul linguaggio, sono la presidente del Cpo di Ca’ Foscari, sono madre e come tale mi sono scontrata con i problemi tipici delle cittadine, come le difficoltà legate agli asili nido, per esempio. Non sono veneziana di nascita ma di adozione.

–          Stefania Bragato, ass Metabolè: “Sono una ricercatrice del Coses, grazie a quest’attività mi sono occupata da lungo tempo dei problemi legati alla discriminazione. Inoltre opero in un’associazione, la Metabolè che lavora sui cambiamenti del corpo delle donne e su cosa questo comporta sul piano psicologico”.

–          Franca Marcomin: “Penso ci siano altre donne che vogliono partecipare al lavoro della Consulta e penso che altre donne potranno portare il proprio contributo partecipando con forte impegno, anche come referenti, ai gruppi di lavoro”.

–          Assessora Agostini: “Recepisco il consiglio di Marcomin di creare gruppi di lavoro che abbiano delle coordinatrici”.

–          Mara Bianca, ass Donne per la Città: “Propongo di eleggere la presidente della Consulta oggi, ma in un secondo momento le vicepresidenti”

–          Laura Guadagnin, Waves: “Concordo con Mara Bianca, e chiedo di posticipare l’elezione delle vicepresidenti per dare loro l’opportunità di farsi conoscere”

–          Anna Brondino, Aglaia: “Ci sarebbe piaciuto avere l’elenco delle associazioni partecipanti, per sapere chi siamo, imparare a conoscerci”

–          Grazia Sterlocchi, La settima stanza: “Sono molto contenta perché conosco la maggior parte delle associazioni qui presenti. Però sarei stata più contenta se avessimo avuto il tempo ed il modo di valutare la competenza delle persone proposte ed il significato della loro esperienza. Sulla nomina della presidente non ho nulla da dire. Questo è un luogo fortemente rappresentativo, anche di una pratica democratica che richiede un suo tempo. Per quanto riguarda le due vicepresidenti considero interessante che vogliano ricoprire questo ruolo, ma non conosco il loro lavoro. Apprendo ora i nomi di Giusti e Bragato. Sarei concorde col proporre Maria Teresa Menotto come presidente, per il resto invece vorrei più tempo per discutere. Per capire il progetto delle due vicepresidenti.

–          Marina Scalori, Società it delle storiche: “Condivido, ritengo importate eleggere la  presidente ed in un secondo momento le due vicepresidenti, solo quando la Consulta si sia data un progetto e di pari passo quindi alla formazione dei gruppi di lavoro e delle loro responsabili. Inoltre credo vada ripreso in mano il regolamento”

–          Donatella Marello, consigliera Municipalità di Marghera: “Pur non avendo diritto di voto in quanto consigliera di Municipalità, mi sento comunque di dire, che come figlia del mio tempo, dell’oggi, credo sia importante uscire oggi con la Consulta pronta, completa, così che venga dato il via ai lavori, non aspetterei di fare altre sedute. Non mi perderei sui dettagli formali”

–          Michela Zanato,Sap “Propongo altre presentazioni ed ulteriori disponibilità”

–          Ciani Forza: Soroptimist “Propongo di presentarsi sul blog”

–          Anna Marin: ass Plug “Ricordo che il ruolo della presidente è un ruolo di servizio e non di potere. Usciamo da questa stanza con una presidente per non indebolirci, cerchiamo una rappresentante giovane. Diamo valore alla nostra forza.

–          Anna Fattori, associazione Telefono Donna: “Fondamentale uscire con almeno una presidente e darci il tempo di conoscere cosa fanno le rappresentanti”

–          Laura Guadagnin, Waves: “Ribadisco l’importanza di uscire con una presidente e di darci il tempo di conoscere le proposte delle candidate vicepresidenti”

–          Tagliacozzo, Adei: “Approfitto dell’occasione per porre un problema che abbiamo vissuto alla presentazione del nostro statuto in Regione: ci è stato rifiutato perché declinato al femminile. Abbiamo dovuto riscriverlo al maschile per farlo accogliere.

–          Giuliana Giusti, Cpo Ca’ Foscari: “Conosco il problema, sto lottando con un’associazione nazionale per riprendere quelle norme che vengono disattese e non sono mai entrate nel linguaggio giuridico o giornalistico”.

–          Maria Teresa Dini, ass L’aquilone: “Credo che chi sia stato proposto abbia qualità e valore, in caso contrario potrà sempre dimettersi. E’ difficile conoscersi, bisogna dare alle donne il tempo di dare prova delle proprie qualità

–          Daniela Pettarello, Cia: “Il ruolo della presidenza è importante e punto di riferimento, a me vanno bene le candidate proposte”

–          Maria Pia Miani, Centro Idea Donna : “Stimo Maria Teresa Menotto e la Giusti, ritengo di votare almeno la presidente, il discorso del sindaco invece l’ho trovato vecchio, oggi le donne si occupano di tutto…..”

–          Franca Marcomin : “Credo che vada rivisto il regolamento, per poter aprire la partecipazione anche al Comitato Io decido”.

Escono le rappresentanti di Cgia e Confesercenti

–          Franca Marcomin: “La Consulta non ha mai avuto livelli formali né ruoli di potere. Propongo di nominare la presidente ed in seguito le vicepresidenti, quindi i gruppi di lavoro, dandoci una ventina di giorni”.

–          Camilla Seibezzi: “Condivido l’intervento della Marcomin, ma credo sia inutile posticipare nel tempo le elezioni”

escono la rappresentante di Ava e altre

–          Assessora Agostini: “Desidero fare una precisazione di tipo formale, la Consulta è un organismo del Comune di Venezia, con le sue regole di funzionamento, con le sue funzioni, rispetto al Consiglio comunale, al sindaco ed alla Giunta, si tratta di un valore formale che diventa sostanziale. Capisco l’approccio diverso delle donne che trovano difficile stare dentro alle istituzioni guidate da menti non femminili (…). Molte delle donne qui presenti, hanno tutte le carte in regola per fare le presidenti. Propongo quindi, visti i presupposti, di riconvocare la Consulta il 12 aprile e di votare la presidenza tutta in quell’occasione, raccogliendo, nel frattempo tutti i nomi delle candidate”.

–          Eugenia Belibov, assoc Dacia: “Ritengo la Consulta una grande opportunità per un’associazione di donne straniere come la nostra. Per l’elezione, ritengo che sicuramente ce ne saranno altre che potrebbero partecipare alla Consulta”

–          Rosetta Cigana, Sindacato infermiere -Nursin,: “Sono stata per un anno Segretaria della mia associazione e devo dire che anche là si cambiava ma alla fine il copione rimaneva sempre lo stesso”.

–          Doriana Capasso, associazione Le Calamite: “Propongo di uscire da qui con le presidenti e le vicepresidenti elette. Adesso è il momento di fare questo non in seguito. Non ci sono altre candidature, votiamo quindi chi si è proposto, non vedo alcuna ragione nell’aspettare”

–          Assessora Agostini: “Accogliendo le proposte pervenute, propongo intanto di votare per votare la presidenza della Consulta ora oppure in un secondo momento. Anzidetto propongo di procedere con la votazione, chi è a favore e chi è contrario a votare adesso tutta la presidenza proposta”

Si procede al voto – 13 sono favorevoli a votare subito la presidenza, 11 sono contrarie, 8 si astengono. Per un totale di 32 votanti.

–          Assessora Agostini:“Procediamo quindi a votare la presidenza, per presidenza s’intende la presidente e le vicepresidenti”

Si procede alla seconda votazione – 17 sono favorevoli, 1 contraria, 14 si astengono

Maria Teresa Menotto viene eletta presidente, Stefania Bragato e Giuliana Giusti vicepresidenti della nuova Consulta delle Cittadine.

Maria Teresa Menotto presenta all’assessora Agostini il documento con le firme raccolte a tutela del Centro Antiviolenza, l’assessora Agostini interviene a spiegare che tutti i servizi del Centro Antiviolenza sono garantiti dall’amministrazione, nonostante le modifiche accorse.

Ore 19.40 si conclude la giornata d’insediamento della Consulta delle Cittadine

Entro il 15 dicembre 2010 le associazioni che intendono partecipare alla prossima Consulta delle Cittadine possono inviare il nome della propria rappresentante e  lo statuto via posta elettronica all’indirizzo della consulta consultadonne@comune.venezia.it oppure alla Segreteria dell’Assessora alla Cittadinanza delle Donne e Cultura delle Differenze- San Marco, 4136  30124 Venezia.

In allegato la lettera dell’Assessora   Richiesta candidature rinnovo consulta

Con grande tristezza comunichiamo che questa mattina ci ha lasciate  Franca  Trentin, nota in città per il suo attivismo politico in difesa dei valori della democrazia e della Resistenza. Franca aveva 90 anni, ed ha partecipato attivamente alla vita sociale e politica della città. È stata tra le fondatrici di associazioni culturali e promuove varie iniziative soprattutto legate al movimento delle donne. Nei primi anni Ottanta ha collaborato con il Centro donna del Comune di Venezia organizzando cicli di incontri sulle scrittrici (1982 , Le madri di noi tutte, 1983, Ritratto di signora, 1984, Madre per sempre?) nei quali ha coinvolto come relatrici molte giovani docenti di Ca’ Foscari. È stata tra le fondatrici dell’Associazione Donnexlacittà e ha sempre militato nella base nella sinistra, portando in particolare la sua riflessione sui temi della cittadinanza, della laicità e della pace. Dal 1996 al 2000 è stata Presidente dell’Istituto veneziano per la storia della Resistenza e della società contemporanea, di cui è  stata nominata Presidente onoraria.  I funerali si terranno giovedì 2 dicembre, alle ore 11, A Venezia, Ca’ Farsetti.

Lo scorso 17 Novembre si è tenuto a Mestre il seminario aperto della Consulta delle Cittadine sul buon governo della città, che ha visto le partecipanti discutere soprattutto delle relazioni tra i diversi soggetti che, sul piano  istituzionale, associativo, consultivo e della partecipazione informale, compongono il quadro delle politiche di genere in città. Quali strategie e relazioni per il futuro? La Consulta è in fase di imminente rinnovo, a breve altre informazioni per chi volesse partecipare. In allegato, il verbale dell’incontro.

Molte hanno preso parte al Seminario di venerdì 11 giugno  in un clima di confronto e voglia di partecipazione e di rilancio di una politica di donne in città, dopo la sconfitta delle ultime elezioni in cui poche sono state le elette e solo due le Assessore in Giunta. Si sono discussi i limiti e le potenzialità del sistema di interdipendenze, come lo ha definito Franca Marcomin, presidente della Consulta stessa, rappresentato da Assessorato Cittadinanza delle Donne e Cultura delle Differenze, Centro Donna, e Consulta e i rispettivi ruoli, tra continuità e desiderio di rinnovamento, la necessità di una maggiore apertura per intercettare  voci e bisogni delle cittadine, delle nuove generazioni. E’ stato lanciato un Coordinamento delle Amministratrici dalla nuova Assessora alla Cittadinanza delle Donne, Tiziana Agostini.  Si è discussa la proposta della Consulta di istituire una Scuola di Politica permanente e di proporre all’amministrazione l’adozione del Bilancio di Genere, strumenti di cui cui sono stati anche evidenziati alcuni limiti. Le donne presenti hanno infine approvato un documento di forte critica i limiti della riduzione degli obiettivi dell’uguaglianza di genere nel lavoro all’equiparazione dell’età di pensionamento tra donne e uomini. In allegatol’intervento di apertura di Franca Marcomin e la sintesi degli altri interventi..

Cosa vi  aspettate dalla nuova amministrazione e in particolare dalle nuove amministratrici locali per una città più “a misura di donna”? Cosa possiamo e vogliamo chiedere alle (poche)  donne  elette affinchè la loro partecipazione al governo della città possa andare incontro a bisogni, desideri, interessi delle donne?  Lasciateci un post su questi temi che discuteremo Venerdì 11 in occasione del Seminario Donne per la nuova amministrazione.

Una prima occasione di incontro delle cittadine (anche i cittadini sono ovviamente i benvenuti!)  con le nuove amministratrici, assessore e consigliere di municipalità. Saranno presenti anche le ex assessore e consigliere con la Consulta delle Cittadine a fare da trait d’union tra le 2 tornate amministrative per discutere e interrogarsi su partecipazione delle donne al governo della città, (sotto) rappresentanza femminile, di possibili iniziative politiche condivise, ma anche del ruolo della Consulta stessa per il prossimo futuro. L’appuntamento è presso il Municipio di Mestre, in Via Palazzo, venerdì 11 Giugno dalle ore 15.00 alle 19.00.