Presenti: Bergamasco, Giadresco, Fattori, Cigana, Turchetto, Marin e i rappresentanti del Tribunale dei diritti del malato Dott. Rigamonti e Dott. Novarini.

Marcomin informa che il senso dell’incontro è stabilire un rapporto con questa Associazione, capire attraverso il loro lavoro quali sono i bisogni della popolazione e poter lavorare insieme su alcuni temi. Specifica che noi ci occupiamo per lo più di salute delle donne, ma questo ambito investe la salute di tutta la popolazione, legato al fatto che molte sono le lavoratrici nei servizi di cura e da sempre le donne svolgono lavoro di cura non retribuito, e sono fruitrici in quanto la popolazione anziana femminile è più numerosa di quella maschile.

D. Rigamonti e D. Novarini ci illustrano ampiamente il loro lavoro, che si svolge presso l’ospedale di Venezia il mercoledì e venerdì mattina, mentre a Mestre non c’è una sede. Ricevono finanziamenti di spese vive dal CAV (coordinamento associazioni volontariato) del Comune.

L’anno scorso hanno raccolto 400-500 segnalazioni, alcune delle quali, le più gravi, le gestiscono a livello legale in difesa degli utenti. In molti casi segnalano all’ULSS, al Comune e alla stampa i disagi.

Vi sono molte carte dei diritti, poco applicate e disattese: la carta dei diritti del malato europea, la carta dei diritti dell’anziano, la carta dei diritti dei malati oncologici.

Intervengono anche nelle case di riposo del territorio che presentano molti problemi di sicurezza e di rispetto della carta dei servizi.

Periodicamente si incontrano con i Direttori delle Unità Operative.

Riescono a risolvere molteplici situazioni di aiuto alle persone.

Rispetto alla possibilità che l’ospedale di Venezia diventi ospedale di rete, dove molti servizi non sarebbero previsti, chiedono invece il mantenimento e il potenziamento dei servizi, specialmente quelli salva-vita e bisogna agire sulla Regione prima dell’uscita delle schede ospedaliere con proposte, che dovrebbero essere formulate anche dall’Amministrazione Comunale per migliorare la salute dei cittadini. Loro hanno presentato al Sindaco e alla Commissione consiliare le proposte di schede ospedaliere e stanno preparando le schede territoriali.

Alcune situazioni su cui stanno intervenendo e su cui secondo le loro informazioni bisognerebbe intervenire:

-poichè ricevono molte lamentele dei codici bianchi del Pronto Soccorso, chiederanno un’area distaccata al Giustinian con medici per questi codici bianchi, che tra l’altro pagano le prestazioni

-c’è una situazione drammatica nel servizio di cure palliative e contro il dolore. A Venezia ci sono solo due medici con 4 ore il lunedì pomeriggio, con terapie di TENS e laser, non altri tipi

-stanno chiedendo che gli addensanti (necessari per pazienti che non sono in grado di nutrirsi) vengano riconosciuti come LEA, cioè non a pagamento

-l’assistenza domiciliare integrata (ADI) fa servizio a Venezia e Lido solo di mattina, a Favaro si coprono anche 12 ore durante il giorno. Bisogna aumentare le ore a Venezia   400 assistiti sono anziani

-bisogna creare servizi territoriali a fronte di dimissioni troppo precoci dagli ospedali

-il Centro Trasfusionale tra poco rimarrà aperto solo la mattina con un solo medico

-la gastroenterologia è già passata a servizio, mentre prima era una Unità Operativa dell’ospedale

-non c’è un trasporto pubblico adeguato da Venezia all’ospedale Angelo di Mestre e ci vorrebbe per 24 ore a giorno, alla domenica nessun servizio diretto da Piazzale Roma; inoltre la fermata di quegli autobus che vanno all’Ospedale è disagevole per molte persone che sono in difficoltà.

Ritengono importante lavorare in squadra con altre associazioni del territorio, sono già insieme agli Amici del cuore e all’AVIS, per fare proposte e agire.

Dopo alcuni interventi delle donne presenti, che davano informazioni sui medici di base (che potrebbero associarsi per creare un servizio con orario più ampio per la popolazione), rilevavano quanto importante sia aiutare le persone e le singole situazioni di disagio per migliorare la salute e quanto sia importante avere servizi non solo ospedalieri ma anche territoriali, ci lasciamo con l’intenzione di ritrovarci per focalizzare alcuni punti sui quali produrre un’azione comune, per formulare delle proposte sulle quali agire insieme.